Educare i maschi
Indubbiamente i maschi possono essere assolutamente fantastici. Nei primi anni, i bambini instaurano il legame più profondo con la mamma, condividendo con lei le proprie gioie e dolori. Possono essere molto affettuosi, desiderosi di ricevere coccole e baci, oltre a dovere essere rassicurati costantemente per sentirsi amati e sicuri. Analogamente, possono essere assolutamente impegnativi, facendo impazzire i genitori. È fondamentale imparare subito a porre dei limiti, affinché si sentano guidati e sostenuti nelle prime fasi critiche di apprendimento.
Per Laura, diventare genitore una seconda volta è stato alquanto scioccante. Il suo piccolo Sam, amorevole e affettuoso con lei a casa, sembrava un altro bambino nei luoghi pubblici. Lo guardava con orrore mentre, all’apice della frustrazione, colpiva un bimbo che giocava accanto a lui nel parco del quartiere. Era la seconda volta in un certo lasso di tempo che lo faceva e lei era perplessa su come gestire la situazione. Non aveva mai avuto un problema simile con la figlia, Meg, quando aveva la stessa età, e quindi non sapeva come affrontarlo. Laura non è l’unica madre a sentirsi così. Durante i giochi con altri bambini o gruppo, molte altre sono devastate da bambini che picchiano altri bambini e dal tempo che devono trascorrere a rimproverarli.
Indubbiamente le sfide di allevare dei figli maschi sono diverse da quelle legate alla crescita delle femmine. Innanzitutto, i bambini maturano più lentamente e il gap che si crea tra maschi e femmine tra i 12 mesi e i 2 anni circa si perpetua fino all’età adulta. Per questo i maschi sono spesso più lenti nel raggiungere i tipici traguardi dell’infanzia. Sebbene possano essere fisicamente più grandi delle coetanee femmine, emotivamente sono molto meno maturi e spesso soffriranno molto di più per la separazione dai genitori rispetto alle bambine.
In che modo genitori come Laura possono quindi aiutare i propri figli in situazioni come quella del parco?
Dovrebbero innanzitutto sapere che il bambino è portato per l’attività fisica. I maschi sono predisposti geneticamente a essere attivi ed energici. Tendono a interagire meno a livello sociale e sono molto più risoluti nell’approccio a un’attività fisica.
A livello prescolare, i maschi tendono a ignorare i bambini nuovi che arrivano, mentre la bambine li noteranno e stringeranno amicizia. Se Sam stesse usando un determinato giocattolo o volesse quello con cui gioca un altro bambino, esprimerebbe la sua frustrazione nel modo che conosce meglio, cioè fisicamente. Per questo è utile che i genitori organizzino attività fisiche individuali con i figli, in quanto aiutano i bambini a sviluppare la coordinazione mano-occhio e fanno sì che si sentano apprezzati e sostenuti dai genitori.
È utile portare via i bambini dalle situazioni in cui si trovavano al momento del primo comportamento errato. Spesso i maschietti si sentono sopraffatti in ambienti affollati e toglierli da situazioni di questi tipo contribuisce a ridurre i loro livelli di ansia.
Il metodo del castigo è una delle forme più comuni di disciplina a cui ricorrono i genitori moderni e, di solito, la più efficace. La regola empirica indica un minuto per anno di età. Se il bambino si alza, lo riporti indietro e fai ripartire il tempo. In seguito, torna indietro e spiega il motivo del castigo. Incoraggia il bambino, se è in grado, a spiegarti il motivo del castigo.
I genitori dovrebbero restare vicino al luogo in cui giocano i bambini, per monitorare da vicino il loro comportamento e garantire un chiaro senso dei limiti, essenziale per i maschietti, che devono essere costantemente controllati; per quanto possa risultare faticoso, a lungo termine tutto questo sarà ricompensato da un comportamento migliore.
I genitori devono inoltre fornire ai bambini i modelli di reazione alle situazioni, insegnando loro a chiedere in prestito un giocattolo, invece di strapparlo dalle mani o picchiare un altro bambino. A quest’età, i bambini non sono in grado di negoziare da soli, quindi i genitori dovranno rivolgersi agli altri bambini per conto del proprio figlio. Spesso i maschi sono lenti nello sviluppo delle capacità orali, quindi la pazienza è importante.
Dalla nascita ai 6 anni si hanno i cosiddetti “anni in cui si impara ad amare”. È oggi riconosciuto che, sebbene i padri rivestano un ruolo essenziale in questa fase della loro vita, i maschi “appartengono” alla madre. L’importanza del legame tra madre e figlio è essenziale per lo sviluppo del bambino affinché si senta sicuro e a suo agio con te. Quando piange, è più utile individuare il motivo, anziché dirgli semplicemente di smetterla. Analogamente, i maschi rispondono molto bene alle dimostrazioni di affetto fisiche, come baci e coccole, quindi più ne ricevono, meglio è.
La madre è il centro dell’esistenza dei bambini e a quest’età sono ansiosi di compiacerla. Dato quest’attaccamento, spesso è più facile gestire e negoziare con la mamma che con le coetanee femmine. Il bambino cercherà da te la rassicurazione di essere protetto e comportarsi bene. Per questo è così importante stargli vicino fisicamente.
Sotto i 3 anni, mandare i bambini all’asilo può essere controproducente, sebbene sia inevitabile per la stragrande maggioranza dei genitori. È importante garantire che il tempo trascorso con il bambino sia dedicato a rassicurarlo e a consolidare il vostro legame con molte coccole e affetto.
Nonostante le numerose sfide legate alla crescita dei maschi, sarai ampiamente ricompensata. Dopo avere iniziato a porre dei limiti ben definito a Sam, uniti a molti baci e abbracci rassicuranti, Laura ha riscontrato un netto miglioramento nel suo comportamento e il gioco con altri bambini è diventato fonte di divertimento, non più di stress.